Il Dibattito su una Coscienza Artificiale Possibile

Il moderno quadro scientifico della coscienza artificiale è stato proposto nel 1992 dal professor Igor Aleksander e, ad oggi, è oggetto di un acceso dibattito scientifico. Alcuni credono che la coscienza sia una funzione biologica replicabile, come dimostra il successo che stanno ottenendo sistemi conversazionali e di generazione di immagini come ChatGPT e DALL-E. In questa direzione, la bioingegneria e la bioinformatica stanno dando un notevole supporto alla comprensione dei processi biologici e delle neuroscienze alla base della coscienza, mentre la tecnologia di imaging fornisce dati sul cervello.

La Coscienza tra Esperienza e Funzione

L’intenso dibattito scientifico coinvolge diverse discipline e ha implicazioni importanti nel concetto di persona. Esistono posizioni filosofiche diverse riguardo la definizione di coscienza, ma occorre fare una distinzione tra quella che è la coscienza intesa come esperienza e quella intesa come funzione. La coscienza come esperienza è caratterizzata da stati e processi interiori soggettivi di consapevolezza, che comprendono esperienza visive, sensazioni corporee, immagini mentali ed emozioni. La coscienza come funzione, invece, si riferisce alla capacità di integrare informazioni, elaborarle globalmente, avere consapevolezza di se stessi, possedere un modello di sé e dell’ambiente circostante, anticipare attività percettive e comportamentali, generare discorsi interiori e interagire con il mondo esterno. La ricerca sulla coscienza artificiale si basa su un approccio multidisciplinare che vede coinvolti la robotica e i sistemi artificiali, la psicologia, la filosofia della mente, l’etica e le neuroscienze. L’obiettivo dunque è comprendere il fenomeno della coscienza alla luce di queste discipline, con la prospettiva di costruire robot coscienti e di sviluppare una definizione sempre più accurata di persona. 

Il biologo statunitense Gerald Edelman è stato uno dei primi ad utilizzare i robot per sviluppare e verificare teorie sulla coscienza biologica, creando robot soprannominati Darwin, in grado di apprendere e adattarsi all’ambiente. Altri modelli di robot prendono spunto dall’esperienza integrata e dalla memoria globale di lavoro del cervello umano, oltre che dai processi dell’attenzione e dalla fisica quantistica. Nonostante i progressi ottenuti tramite la ricerca sulla comprensione della coscienza biologica e sulla creazione di robot adattivi, non esiste ancora un robot dotato di coscienza artificiale completa. Una teoria che ha importanti implicazioni anche per la costruzione di robot coscienti, è quella dell’Informazione Integrata della coscienza del neuroscienziato Giulio Tononi; attualmente la più dibattuta e analizzata, suggerisce l’esperienza cosciente come integrata e differenziata. Un approccio basato sulla facoltà di autoconsapevolezza tra livelli comportamentali gerarchizzati all’interno della mente, dai più primitivi a quelli più elevati di automonitoraggio e autoriflessione. 

Robot come Essere Cosciente

Una delle principali questioni riguarda la possibilità che un robot possa essere effettivamente cosciente. Generalmente, la coscienza è considerata una proprietà degli esseri viventi, dunque un robot non può esserlo. Tuttavia, alcuni affermano che la coscienza è un fenomeno computazionale e che, in teoria, potrebbe essere implementata in un robot o in un computer. Il ruolo della corporeità nella coscienza è un’altra questione importante. Alcuni sostengono che la coscienza richiede un corpo dotato di sensori e attuatori, mentre altri ritengono che la coscienza possa esistere anche senza un corpo fisico. Infine, sussiste anche il dibattito sulla misura della coscienza, ovvero sul come fare a stabilire se un robot sia effettivamente cosciente o stia solo simulando di esserlo. 

Test e Misure della Coscienza

Attualmente, per valutare la coscienza dei robot, viene utilizzato il test di Turing dell’imitazione del comportamento umano, nonostante sia soggetto a molte critiche. In risposta a ciò, la filosofa americana Susan Schneider ha proposto l’Artificial Consciousness Test, una variante del test di Turing, che si concentra sulla qualità dell’esperienza interiore del robot. Un’altra fonte di ispirazione, è il test dello specchio dei primati, secondo cui un robot dovrebbe descrivere e valutare i propri movimenti guardandosi allo specchio. Ad oggi, non esiste ancora un metodo definitivo per poter determinare la presenza di coscienza in un robot o in un sistema artificiale. Anche se un robot potesse superare un test di coscienza, questo non significherebbe necessariamente raggiungere un livello equiparabile a quello umano. In ogni caso, l’esplorazione e lo studio della coscienza dei robot sono molto importanti al fine dello sviluppo di sistemi artificiali sempre più avanzati, e sicuramente per comprendere meglio il concetto di coscienza e autocoscienza in generale. Certamente le prospettive sono ampie e interessanti, come molte sono le possibilità offerte dallo sviluppo di robot coscienti; si pensi alla creazione di macchine in grado di collaborare con gli esseri umani in modo più avanzato, migliorando così la qualità della vita delle persone. Tuttavia, ci sono anche importanti questioni etiche da considerare, come il trattamento dei robot coscienti e i loro diritti, nonché la responsabilità delle loro azioni. Importante è che la ricerca in questo campo sia guidata da un forte senso di responsabilità e di attenzione alle conseguenze sociali e morali che potrebbero comportare.

IT Partner con Talent 4.0

L’impiego dell’IA nell’ambizioso progetto TALENT 4.0, rivoluzionerà il mondo del recruitment per come lo conosciamo. Utilizzando automatismi intelligenti e sofisticati sistemi di Intelligenza Artificiale di Machine Learning, la figura dell’HR specialist avrà a sua disposizione più dati e più informazioni sulla persona candidata. 

In questo modo, si otterranno migliori profilature che andranno ad aumentare la qualità delle offerte proposte, in modo bilaterale. Per le aziende, si tradurrà in benefici concreti come una migliorata qualità del prodotto, la soddisfazione dei dipendenti, e un ambiente di lavoro motivato e positivo, anche sul lato “umano”.

Articolo originale: https://www.agendadigitale.eu/cultura-digitale/robot-coscienti-imitazione-emulazione/